Il pubblico del Web è diviso sull’impiego dell’intelligenza artificiale a scuola. Alcuni ritengono che gli studenti potrebbero abituarsi ad avere delle risposte preconfezionate senza esercitare il loro spirito critico e creatività. In realtà il problema è sempre lo stesso e affligge sistematicamente qualsiasi nuova tecnologia.
Paura, incertezza e speranza caratterizzano la posizione di molti docenti.
Se non sperimentiamo le opportunità fornite dall’intelligenza artificiale non saremo in grado di individuare le prospettive e le implicazioni nel campo dell’apprendimento e del lavoro.
In ragione di quest’ultima considerazione all’interno del corso sui mondi immersivi, riservato agli studenti, che sto tenendo in quest’ultimo periodo dell’anno scolastico, ho deciso di verificare l’efficacia delle soluzioni proposte da AI.
Di fatto, nella sua versione gratuita, non si è dimostrata infallibile. Per prima cosa le ho chiesto di generarmi il codice per realizzare dieci sfere, disposte in cerchio, con il linguaggio Python in Blender. E fino qui tutto bene come potete vedere da questo screenshot:
Successivamente ho chiesto a Chat GPT di colorare alternativamente le sfere di rosso e blu. Da questo momento in poi si è aperta una lunga conversazione, botta e risposta, per la modifica del codice e arrivare a questo risultato attraverso il pannello editor testi:
Come neofita del linguaggio Python ho cominciato ad apprendere osservando le annotazioni del codice e riformulando nuove richieste sulla base di quanto segnalato da Blender. Ho verificato così sulla mia pelle l’efficacia dell’apprendimento per tentativi e con grande curiosità ho continuato a proporre problemi progressivamente più complessi.
Successivamente alle mie sperimentazioni ho coinvolto gli allievi nell’utilizzo di Chat GPT in modo creativo.
Gli studenti si sono dimostrati interessati e hanno cominciato a chiedere artefatti complessi con texture particolari, individuando subito delle differenze e somiglianze rispetto ad altri linguaggi di programmazione, verificando inoltre il particolare codice python impiegato da Blender.
Come seconda attività ho proposto loro l’integrazione di un particolare add-on, AI-Render, in Blender che, in modo gratuito, permette di creare 124 immagini. Evidenzio il verbo creare perché di fatto è necessario dare vita in Blender a uno scenario, scegliere uno stile, giocare con le varie opzioni a disposizione per realizzare qualcosa del genere.
Infine, ultimo punto, tutto ciò è stato possibile attraverso un percorso di co-design tra gli studenti e me, con un’autovalutazione e riflessione sul tempo eventualmente risparmiato, sull’apprendimento implicito, sulla capacità da parte dell’intelligenza artificiale di stimolare la nostra creatività. Il bilancio è stato positivo, l’intelligenza artificiale può farci risparmiare tempo ma dobbiamo essere competenti per ottenere risposte giuste e coerenti con il nostro lavoro.